Un video che simula una messaggio di adescamento mascherato da annuncio di lavoro, e poi mostra i pericoli cui i minori sono esposti, percosse e sfruttamento sessuale. E' parte di una campagna di Save the Children per mettere in guardia i ragazzi sui rischi che internet puo' veicolare. La rete e i cellulari sono un canale di adescamento delle potenziali vittime di tratta e sfruttamento, ed e' necessario informare i piu' vulnerabili, soprattutto i minori migranti non accompagnati. Per questo Save the Children, attraverso il progetto transnazionale React (Raising awareness and Empowerment Against Child Trafficking) finanziato dalla Commissione Europea, lancia una campagna di comunicazione il cui slogan e' ''Sicuro che puoi fidarti di un nick?''.
''Su internet non tutto e' quello che sembra e dietro un nick si puo' nascondere il rischio di adescamento. Anche se in Italia il fenomeno appare ancora circoscritto - ha spiegato la responsabile del progetto, Sarah Di Giglio, in una conferenza stampa - e' necessario intensificare l'informazione, soprattutto verso chi vive in condizioni di marginalita'''.
I numeri ufficiali dicono che in Italia tra il 2000 e il 2008 sono stati circa 1.000 i minori vittime di tratta identificati, ''ma i numeri non rendono giustizia al fenomeno, che dai dati delle associazioni appare molto piu' significativo''. Inoltre se in Italia il fenomeno ha numeri piccoli, molti casi di adescamento via internet sono stati riscontrati durante la ricerca preliminare a React soprattutto in Romania (uno dei Paesi assieme a Bulgaria, Italia e Danimarca, del progetto React), in particolare e' stata segnalata una ragazzina reclutata e condotta nel nostro Paese. Il progetto e' stato realizzato con l'aiuto della Polizia Postale.
''Internet serve ad annullare le distanze - ha osservato il vice-questore Elvira D'Amato, responsabile del Centro per il contrasto della pedopornografia online - e la tratta trova terreno molto fertile nello spazio tecnomediato. E' giusto che qualcuno spieghi ai ragazzi che se vanno in rete sono vulnerabili, in questo e' essenziale lo scambio tra pari: chi e' arrivato nel nostro Paese cadendo nella rete puo' aiutarci a mettere in guardia i propri coetanei''.