di Dario Moricone
Sfatare i luoghi comuni e i pregiudizi, prendendo per la gola le persone. E' il progetto che dal 2008 l'Associazione Romà onlus, ha messo in campo per far conoscere i Rom e la loro antichissima cultura culinaria, con un particolare servizio di catering che, a Roma, offre a tutti la possibilità di assaggiare i piatti della loro cucina tradizionale. "Un progetto che è iniziato con un laboratorio che voleva recuperare, grazie agli insegnamenti delle anziane, una tradizione che si stava perdendo - ci dice Paola Marotti responsabile amministrativo dell'associazione - Le ragazze ormai quasi non conoscevano più quei piatti preferendo cucinare cose tipicamente italiane, ma con pazienza e passione hanno imparato tanto e da lì è nata l'idea di un vero e proprio catering".
Le giovani cuoche hanno dai 16 ai 25 anni e con la freschezza tipica di quell'età offrono uno spaccato di cultura rom affascinante da vedere e soprattutto da assaggiare.
"I piatti - dice Paola Marotti - sono quelli dei paesi dove i gruppi rom hanno vissuto più a lungo e per la maggior parte arrivano dalla tradizione balcanica, tuttavia la reinterpretazione fatta dalle cuoche rom aggiunge un tocco originale e sapori nuovi".
L'odore del biber meso sale intenso e si spande per la sala, il piatto è una sorta di gulash con l'aggiunta di verdure e pepe. Altra specialità della tradizione è la pita una torta rustica da riempire in mille modi: dalla carne alle verdure. I dolci della tradizione sono un concentrato di energia e sapore. Si va dai kola fatti con cioccolato e uva passa al classico baklavà una sfoglia al miele fino al Halvava una pasta fritta condita con cioccolato o pistacchio.
I piatti vengono serviti in stoviglie di rame che arrivano direttamente da un altro laboratorio artigianale dove i ragazzi, in questo caso, hanno imparato dagli anziani l'antica arte della lavorazione del rame, anche questa una tradizione che si stava perdendo e che è stata recuperata per permettere ai giovani rom di non perdere la propria identità culturale.
"Durante il catering cerchiamo di giocare sul pregiudizio sdrammatizzando gli stereotipi che le persone hanno sui Rom - dice Paola Marotti - dopo aver servito il caffè, rigorosamente alla turca, le ragazze, nei tipici vestiti della tradizione rom, si addentrano tra i commensali offrendosi di leggere i fondi di caffè per svelare tutto sul futuro della persona, giocando con l’immagine classica della zingara un po’ maga e un po’ fattucchiera”.