'Il coraggio di essere felici'

Un libro di Giulio Vanzan - Infinito edizioni

Essere felici è una scelta da fare tutti i giorni, in ogni situazione del nostro quotidiano. Da dove cominciare? Attraverso un percorso che parte dalla letteratura educativa – passando per lo yoga, la meditazione e la pedagogia del brasiliano Paulo Freire, per arrivare infine alle tecniche del Teatro dell’Oppresso – il libro ci conduce in un viaggio che porta a interrogarci sulla nostra identità come persone in relazione con noi stessi, con gli altri e con il mondo, pronti a prendere in mano le nostre vite e a farne qualcosa di più.

Giulio Vanzan ha applicato sul campo in Brasile i suoi metodi pedagogici e formativi, ottenendo risultati notevoli. Ancora oggi spesso viaggio per il suo lavoro di educatore nel Paese sudamericano, dove partecipa ad attività a vantaggio dei giovani nei villaggi più remoti.


Da “Il coraggio di essere felici” di Giulio Vanzan
Secondo Augusto Boal, il nostro corpo si trova in una situazione di alienazione dovuta alle condizioni economiche, ambientali e sociali nelle quali viviamo: il nostro quotidiano, infatti, è caratterizzato da uno stile di vita standardizzato, all’interno del quale il nostro corpo rimane limitato nei propri movimenti e nella propria potenzialità espressiva. L’ambiente nel quale viviamo, lavoriamo e ci relazioniamo condiziona profondamente i nostri gesti, la qualità e la quantità dei nostri movimenti, fino a renderli meccanizzati. La meccanizzazione del corpo contribuisce in maniera decisiva al processo di alienazione dell’uomo nella società contemporanea, poiché ne limita la libertà e le potenzialità (come esemplarmente rappresentato nel film Tempi moderni dal genio del cinema Charlie Chaplin) […].

Possiamo affermare perciò che un processo educativo basato sulla presa di coscienza corporea, sulla sperimentazione e sull’espressione delle potenzialità del corpo è coerente con una prospettiva biofila dell’educazione: educare alla gioia contribuisce a realizzare le necessità di raggiungere un livello più alto come, ad esempio, la necessità di autorealizzazione teorizzata da Abraham Maslow”.

L’autore
Giulio Vanzan è formatore e operatore di sviluppo locale. Ha lavorato in molti Paesi d’Europa, America Latina e Stati Uniti. Ha collaborato con il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo e con l’Unicef e ora dirige il dipartimento europeo dell’Istituto internazionale per lo sviluppo della cittadinanza. E, soprattutto, ha scelto di fare della propria vita un poema di gioie nuove.