Al via il Salone del mobile di Milano


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Sintesi di creatività e impresa

Dal 12 al 17 aprile nel polo fieristico di Rho Pero poltrone_colorate_296

di Rita Piccolini

Il Salone del Mobile scende in campo. La metafora calcistica è d’obbligo. La conferenza stampa di apertura a cui partecipano il sindaco Letizia Moratti, il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, il presidente di Ice, ambasciatore Umberto Vattani, oltre al presidente del Cosmit Carlo Guglielmi, che fa gli onori di casa, si svolge in un ambiente del padiglione 22 in cui è stato riprodotto un campo di calcio, con tanto di tifoserie, ovviamente interiste e milaniste, disegnate sulle pareti. Anche l’atmosfera è da stadio. La conferenza è affollatissima, ci sono giornalisti provenienti da ben 100 paesi del mondo. Guglielmi è raggiante. Al primo giorno della manifestazione si registra il già tutto esaurito, segnale inequivocabile che l’interesse è altissimo, da parte della stampa, degli architetti, di tutti gli addetti ai lavori, dei compratori. Senza considerare che l’ingresso sarà aperto al pubblico soltanto l’ultimo giorno, il 17 aprile. “Il Salone è un punto d’incontro intorno al progetto- dichiara infatti il presidente del Cosmit – dove si congiungono intellettuali da tutto il mondo, creativi che progettano il futuro in piena libertà”.

Non nasconde la propria soddisfazione nemmeno il sindaco di Milano Letizia Moratti. ”Il Salone festeggia 50 anni ma sembra sempre più giovane-afferma- il segreto della sua giovinezza è dato dalla sintesi di creatività e impresa; la presenza di giovani che in poco tempo passano dal Satellite al Salone; l’internazionalità dell’evento che mette Milano al centro dell’attenzione mediatica e del pubblico globale”.

“Nato grazie alla lungimiranza di pochi imprenditori - sottolinea invece il presidente di Confindustria – oggi il Salone contribuisce a esportare l’innovazione del made in Italy. Con un fatturato da 33,2 miliardi di euro, quello del mobile è il terzo settore che traina il Paese. Nonostante il duro momento l’industria dell’arredamento non si delocalizza, come amava dire Rosario Messina, presidente di Federlegno Arredo da poco scomparso, che con la sua verve e la sua energia riusciva a rincuorare tutti, anche nei momenti di sconforto- ricorda Emma Marcegaglia, che conclude - le imprese non hanno bisogno di sussidi dallo Stato, ma di meno tasse e burocrazia e di un supporto alla ricerca e alla internazionalizzazione”.

E con questo premesse davvero incoraggianti il viaggio nel mondo dell’arredamento e del design può cominciare.