Il processo per Erba


Stampa

Le dichiarazioni spontanee di Olindo

L'amore per Rosa, la confessione fatta pur di restarle accanto, il dispiacere per le vittime e per la loro sofferenza. Azouz a sorpresa in aula 296_olindo_26_11

di E. G.

Nel giorno delle repliche e delle richieste a sorpresa degli avvocati difensori, Olindo Romano ha reso ai giudici della Corte d’Assise di Como nuove dichiarazioni spontanee, dopo averlo fatto altre tre volte, nel corso del processo. Ha parlato del l'amore per la sua donna, di una confessione fatta pur di restarle accanto, del dispiacere per le vittime e della loro sofferenza. Ha ribadito la propria innocenza e quella della moglie, Rosa Bazzi. ''Non siamo come ci hanno descritto, siamo esseri umani'', ha detto Olindo e poi, concludendo, anch’egli a sorpresa, ha aggiunto: “Vogliamo esprimere il nostro più sincero dolore per le persone che sono morte”. A quel punto, Carlo Castagna, padre, marito e nonno di tre delle vittime, ha urlato: “Vergogna assassini”. Poi i giudici si sono ritirati in camera di consiglio.

La dichiarazione spontanea di Olindo nell'udienza del 19 novembre 2008
Il testo integrale dell’intervento in aula: “Sono rimasto un po' indietro nel tempo. Grazie ai miei vuoti di memoria, nell'ultima deposizione ho tralasciato tre argomenti che vorrei concludere oggi, con ritardo, ma vorrei concludere: il primo riguarda il professor Picozzi, il secondo la Bibbia, e poi, il terzo gli psichiatri. Per quanto riguarda il professore Picozzi, c'e' stato mandato dal nostro ex avvocato, l'avvocato Troiani (in realtà Troiano ndr), per fare su di noi una perizia psichiatrica. Io con lui ho avuto tre sedute, la terza e' durata sì e no mezz'ora. Nella prima seduta la prima cosa che mi ha chiesto e' stata se poteva riprendermi con la videocamera, una piccola videocamera. Io gli chiesi a cosa serviva e lui mi rispose che quella videocamera serviva esclusivamente per redigere la mia valutazione psichiatrica, che non sarebbe in nessun modo finita ne' in Tv, ne' sui giornali, ne' in nessuna altra parte”.

“Rassicurato da questo, io acconsentii ad essere ripreso. Per quanto riguarda invece le riprese, non facemmo altro che riordinare le nostre confessioni, cioè la mia confessione che avevo fatto, ripercorrendola ed immedesimandomi nel personaggio. Tutto qui. Tre sedute e poi non l'ho più visto. La stessa cosa che ha fatto poi con mia moglie. Per quanto riguarda il professore questo e' quello che ho da dire.” “Per quanto riguarda la Bibbia invece, la Bibbia praticamente si posiziona in un contesto in cui io, noi, anzi parlo al singolare perché l'ho scritta io, in un contesto dove avevo appena fatto una confessione. Io mi ero dichiarato pentito. In carcere agli occhi degli agenti, agli occhi dei detenuti e di chiunque arrivava, io ero il mostro di Erba, pentito, ma sempre il mostro di Erba. Di conseguenza gli scritti sulla Bibbia sono in linea con il mio pentimento. E' vero quello che e' stato detto l'altro giorno, che alcuni sono stati scritti con rabbia: sì, alcuni sono stati scritti con una punta di rabbia. Un modo come un altro per sfogarsi. Però non e' che io, negli scritti, volessi rivendicare qualcosa. Questo no. Questo assolutissimamente no. Non volevo rivendicare proprio niente. Era, si può dire, uno sfogo e un passatempo, visto che in carcere uno non ha nulla da fare. E anche per la Bibbia semplicemente finisce lì”.

“Per quanto riguarda gli psichiatri del carcere, ne sono passati, ne ho cambiati tre. Con tutti e tre non ho avuto altro che degli incontri, 50 – 60 incontri come ha detto il Pm, ma solo ed esclusivamente per la terapia. Per la questione dei fatti ne ho parlato, ma con la psicologa. Con la psicologa Mercanti sì, ho parlato di quello che era successo e di tante altre cose. Con gli psichiatri del carcere, noi, cioè io, non ho mai parlato di altro che della terapia”. “Questi erano i tre argomenti che l'altra volta io, purtroppo non ho una buona memoria, ho dei vuoti, mi sono dimenticato di dire. Io con questo concludo. Concludo così, non voglio dire altro.”

Stamattina Azouz Marzouk in aula a sorpresa
E stamattina in aula è comparso a sorpresa Azouz Marzouk, marito e padre di due  delle vittime della strage di Erba. Si era sparsa la voce che volesse esporre una nuova versione dei fatti. Azouz ha detto invece ai giudici della Corte d'assise di Como "di non avere dubbi" sul fatto che i responsabili della strage siano stati Olindo Romano e Rosa Bazzi.            

Il giovane, in carcere per traffico di  droga, ha dichiarato però di aver voluto esprimere "preoccupazione" perché i suoi genitori, in Tunisia, sono stati visitati da una persona sconosciuta che avrebbe detto a suo padre e a sua madre che i coniugi accusati non erano coinvolti nei delitti. Azouz ha detto di aver appreso di questa strana visita durante una telefonata, dal carcere, con i suoi parenti.       

Il pm Massimo Astori ha ipotizzato che l'iniziativa di Azouz Marzouk di esprimere dubbi sulla ricostruzione della strage di Erba, sia finalizzata a "ritardare la sua espulsione".           

Il pm ha spiegato, opponendosi alle richieste della difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi che chiede tra l'altro l'audizione di altri testimoni,che l'espulsione di Azouk era stata posta come condizione al patteggiamento di una pena di 13 mesi di carcere per spaccio di droga.   



>> Azouz: perché è in carcere                        
        

 

Nella foto, Olindo Romano questa mattina in aula