Il quadro di compatibilita' al nucleare in Italia ''potra' essere valutato solo dopo il chiarimento complessivo in sede Ue per stabilire le procedure standard ed i nuovi criteri per le centrali nucleari; il chiarimento sulla partecipazione dell'Italia a filiere industriali e alla luce della ricerca e dello sviluppo di nuove tecnologie nel Paese''. Lo ha detto il ministro per lo Sviluppo economico, Paolo Romani intervenendo in Aula al Senato per chiarire la posizione del governo in materia nucleare.
''L'emendamento del governo sul nucleare - ha rivendicato Romani -e' coerente con la moratoria e ne sviluppa le conseguenze''. Ma ha anche precisato che ''un serio approfondimento sui profili della sicurezza della tecnologia da fonte nucleare non puo' essere vincolato a termini temporali, in ogni caso non a termini predefiniti''.
Romani ha quindi rimarcato la necessita' che ora, nella definizione di un nuovo piano energetico nazionale - ''un disegno complesso da cui dipende la sicurezza e il benessere del Paese'' -, la nuova ''strategia sia oggetto di riflessione, confronto e condivisione. L'obiettivo e' la ridefinizione di una stratgegia energetica nazionale che deve garantire la diversificazione dell'approvigionamento'' sia dal punto di vista geografico che delle fonti.
Veronesi: "Il nucleare non va escluso"
''Rimango convinto che per risolvere il drammatico problema energetico del futuro dovremo pacatamente valutare i rischi e i benefici di tutte le fonti di energia, senza escludere il nucleare". Cosi' il presidente dell'Agenzia per la sicurezza Nucleare, Umberto Veronesi.
"Alla luce dell'incidente giapponese - aggiunge l'ex ministro della Salute - la scienza nel mondo sta studiando nuovi elementi di sicurezza e nuove soluzioni, come i reattori di quarta generazione (autofertilizzanti e quindi senza scorie) o le reti di minireattori, piu' flessibili e sicuri''.