di E. G.
''Oggi faremo un altro viaggio nell'orrore, perché questo processo è stato tutto un viaggio nell'orrore''. Così il pm Massimo Astori ha introdotto nell’udienza del 18 novembre in Corte di Assise a Como la sua requisitoria nel processo contro i coniugi Romani, accusati di essere gli autori della strage di Erba, l’11 dicembre 2006, prima di chiedere per i due imputati la pena dell’ergastolo.
Il pm ripercorre sei anni di litigi e di clima di terrore, che, a suo avviso, i coniugi Romano avevano creato all’interno di quella corte dove “si sentivano padroni assoluti e nessuno poteva fare nulla”.
Poi ricostruisce “quei 20-25 minuti di inferno”, in cui fu compiuto il massacro. Con l’aiuto di slides e di registrazioni audio degli interrogatori, durante i quali Rosa e Olinda confessarono la loro colpa, Astori spiega: ad agire furono due mani, una sicuramente di un uomo forzuto come Olindo, l'altra debole di una donna e mancina. In quei pochi minuti gli assassini hanno inferto complessivamente 76 colpi, suddivisi in due distinte azioni: la prima all'interno dell'appartamento di Raffaella Castagna, dove oltre a lei fu uccisa la mamma Paola Galli e il figlioletto Youssef, la seconda quando fu uccisa nella sua mansarda Valeria Cherubini e ridotto in fin di vita il marito Mario Frigerio. Il pm entra nel dettaglio: Raffaella viene colpita con 8 coltellate e 10 sprangate, sua madre Paola con 6 coltellate e 6 sprangate, il bambino con 2 coltellate alla gola. Trentadue colpi iniziali a cui ne seguono altri 44: Valeria Cherubini sarà finita con 32 coltellate e 8 sprangate.
''Per 76 volte le braccia si sono alzate, hanno scaricato la forza, scelto le parti letali dove la morte arriva prima, ma i colpi saranno stati molti di più dato che i corpi cercavano di scansarli'', afferma in Aula il pm. Alla fine, l’incendio per cancellare le prove. La tragedia, per Astori, ebbe il suo prologo nel 2001, nel primo periodo di coabitazione, quando in casa di Raffaella Castagna non era ancora arrivato suo marito Azouz Marzouk. Ma la “scintilla” che la fece esplodere, ha detto il pm, fu quell'atto di citazione per il processo del 13 dicembre 2006, due giorni dopo la strage, intentato da Raffaella Castagna contro i coniugi che l'avevano aggredita.