Atlante delle crisi


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Svolta nelle libertà fondamentali

Il nuovo Consiglio per i diritti umani si ispira ai criteri dei Paesi più avanzati; alla sua testa, è stato nominato un attivista di lungo corso e di grande prestigio internazionale v

Prima ancora del discorso alla Nazione, ma subito dopo le proteste di piazza, Mohammed VI aveva lanciato un primo segnale distensivo, istituendo il Consiglio nazionale per i diritti umani. Al contrario del precedente Consiglio consultivo dei diritti umani, fondato nel 1990, la nuova struttura dispone dei mezzi necessari per funzionare efficacemente.

Attraverso gli uffici regionali, potrà compiere indagini, anche in via preventiva, sia autonomamente che su segnalazione dei cittadini. Altra novità: dei suoi 30 membri, 11 saranno nominati dalle organizzazioni non governative, 8 dai due rami del Parlamento e 8 dal re. Il fatto più rivoluzionario risiede nella persona che il re ha scelto come presidente: Driss el Yazami ha vissuto due terzi dei suoi 59 anni in esilio in Francia, dov’è stato segretario generale della Federazione delle leghe per i diritti umani.

L’organizzazione Freedom House colloca il Marocco tra i Paesi “parzialmente liberi”, e gli assegna il voto 5 (su 7, ma il voto più alto è 1) per i diritti politici 4 per le libertà civili. Discrete sia la libertà di parola e stampa, sia la condizione femminile: l’attuale governo conta 7 donne su 34 ministri.