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L'Udinese vince e 'vede' il 4° posto

Roma battuta a Catania, è fuori corsa. La Samp perde in casa e va in B. Per il Lecce derby e festa salvezza udinese_296

di Mauro Caputi

A 90' dal termine il campionato 2010-2011 ha fornito praticamente tutti i verdetti. Restano i dettagli relativi al quarto posto e all'ultima piazza per l'Europa League, situazioni comunque molto definite. Milan già campione d'Italia da un turno, Inter e Napoli direttamente in Champions League (a braccetto dopo il posticipo del 'San Paolo': al 15' botta di Eto'o da fuori, poi palo di Maicon, nel recupero del primo tempo pari di Zuniga a chiudere un'azione confusa; secondo tempo di nulla a incorniciare l'1-1 che sugella il secondo posto dei nerazzurri e il terzo dei partenopei), lotta per il quarto posto (preliminare di Champions) ristretta a Udinese e Lazio, con i friulani a cui basta un punto da raccogliere in casa col Milan. Roma quasi sicura dell'Europa League. In coda tutto già definito, con la Sampdoria che si unisce a Bari e Brescia in serie B.

A Verona l'Udinese gioca sapendo di poter gestire il proprio destino e lo fa egregiamente. Il Chievo, già matematicamente salvo, è battuto 2-0 al termine di una partita divertente. Primo tempo solo bianconero, con gol di Isla al 28' (il cileno risolve un flipper nei pressi della linea di porta) e traversa di Di Natale. Nella ripresa Handanovic conferma la sua grande vena su Fernandes (colpo di testa ravvicinato) e Pellissier. Al 75' chiude i conti la staffilata dal limite di Asamoah. I friulani si riprendono il quarto posto e ridistanziano di due punti la Lazio che aveva vinto 4-1 l'anticipo col Genoa.

Va fuori giri, invece, la Roma che perde 2-1 a Catania e dice addio alle ambizioni Champions. I giallorossi passano al 14' con la zuccata di Loria (subentrato all'infortunato Juan nelle prime battute) su punizione di Totti. Ma il gol è una fiammata in mezzo a tanto Catania. I rossazzurri sono già salvi, ma vogliono congedarsi alla grande dal proprio pubblico. Al 10' Maxi Lopez colpisce il palo, nel finale di tempo Ledesma accarezza la traversa. Borriello spreca malamente l'occasione del raddoppio. Il monologo etneo riprende nel secondo tempo e ha una pausa solo a metà frazione. La Roma non riesce a uscire e Bergessio trova il meritato pari irrompendo di testa su una punizione dalla fascia al 78'. Il pari già esclude i capitolini dalla corsa Champions e la squadra non riesce a reagire. All'ultimo dei 5' di recupero Gomez concretizza il contropiede che determina il sorpasso.

Alla Roma resta l'Europa League, non ancora matematicamente certa solo per un'inezia. La Juventus, l'unica che può agganciare il sesto posto, perde a Parma (4 vittorie e un pari nelle ultime 5 partite, gestione Colomba) 1-0 e resta a tre punti. Solo il successo dei bianconeri contro il Napoli e la contemporanea sconfitta dei giallorossi in casa con la già retrocessa Sampdoria invertirebbero le posizioni. Al 'Tardini' decide una traiettoria beffarda dell'ex Giovinco al 65'. I ducali, che formalmente, prima del fischio d'inizio, avevano bisogno di un punto per salvarsi, giocano bene al cospetto di una squadra vuota di stimoli e di idee.

Dall'Europa alla retrocessione, si consuma il dramma sportivo della Sampdoria. Ad agosto i blucerchiati si sono giocati un posto in Champions League con il Werder Brema e hanno detto addio all'obiettivo per un gol subito in pieno recupero nella partita di ritorno. A gennaio la squadra di Di Carlo veleggiava a metà classifica, campionato senza infamia e senza lode. Poi la doppia cessione di Cassano e, soprattutto, di Pazzini, ha rotto il giocattolo. Girone di ritorno da tregenda, 10 punti in 18 partite finora, cambio in panchina (Cavasin) e discesa in serie B sancita dalla sconfitta interna, 2-1, a opera del Palermo. Partita brutta, con qualche errore arbitrale di troppo (tolto un gol buono a Pozzi per fuorigioco inesistente, ma anche concesso il gol a Biabiany che carica il portiere e non dato un netto rigore al Palermo per fallo su Hernandez). La sblocca il diagonale di Miccoli nel recupero del primo tempo. Pari di Biabiany al 50' e confusi attacchi doriani che lasciano praterie ai contropiede avversari. All'86' Pinillia avvia la ripartenza, duetta con Hernandez e conclude alle spalle di Da Costa. E' il gol che condanna la Samp. Tensione in campo, con minirissa nel finale. Composta tristezza, invece, sugli spalti del 'Ferraris', con i giocatori che al termine della gara vanno a ringraziare e a scusarsi con i tifosi.

Salvo il Lecce che approfitta in pieno dello scivolone doriano vincendo il derby col Bari. Al 'San Nicola' la voglia di punti dei salentini non dà scampo ai biancorossi. Ma ci vuole il secondo tempo per sbloccare la partita. E' il 51' quando Jeda trova il colpo di testa vincente su corner. Al 79' raddoppio dello stesso Jeda con un diagonale che sbatte su Masiello e s'infila per il 2-0. Festa salvezza anche per il Cesena, che supera 1-0 il Brescia con un tiro da fuori di Giaccherini deviato alle spalle dell'esordiente Leali da un difensore. I romagnoli con questo gol al 60' si erano salvati indipendentemente dagli altri risultati.

Decisivo, invece, il risultato di Genova per trasformare in gioia lo sguardo torvo di Malesani dopo che Di Vaio, al 55', sbaglia il rigore del possibile vantaggio nella partita contro la Fiorentina al 'Franchi'. Nell'anticipo dell'ora di pranzo al 20' Cerci aveva portato in vantaggio i viola. A inizio ripresa, 50', il pari era firmato da uno scatenato Ramirez. Poi il rigore, con rosso a Kroldrup, ultimo uomo, l'errore di Di Vaio, a secco da due mesi, e il Bologna che non faceva valere l'uomo in più. La parità numerica, peraltro, veniva ristabilita all'80' come conseguenza di una clamorosa svista dell'arbitro Giannoccaro: Ramirez provava la serpentina su Vargas che lo agganciava nettamente; l'arbitro non vedeva e anzi ammonica l'attaccante per simulazione. Il felsineo protestava e si prendeva subito il secondo giallo. L'1-1, tuttavia, dopo la fine delle partite del pomeriggio, sancisce la salvezza anche per il Bologna.