Mappe e cartine geografiche da rifare


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Le isole? Spuntano come funghi

Emerse 657 in dieci anni isola_296

di Marta Mandò

La Terra non finirà mai di stupirci. Come funghi sono “emerse” 657 nuove isole di cui non si conosceva l’esistenza. Deve essere apparso incredibile anche ai due ricercatori americani della Duke University e del Meredith College che hanno studiato a lungo 21 mila chilometri di coste di tutti i continenti e gli oceani, tranne l’Antartide che da solo è un’isola di isole di ghiaccio. Le immagini satellitari parlano chiaro: ci sono centinaia e centinaia di isole che accompagnano le coste al largo di Colombia, Brasile, Siberia, Alaska e Canada Artico. Ciò obbliga a rifare da capo le carte nautiche e ridisegnare le mappe fatte nell’ultimo censimento del 2001 e aggiungere branchi di isole che coprono il 10% della linea del perimetro delle terre emerse del nostro pianeta. Nel 2001 i geografi ne avevano individuate 1492. Ora siamo a quota 2149. A conti fatti, il numero potrebbe essere destinato a salire, dato che ci sono ancora nuovi rilevamenti. Si tratta, ovviamente, di piccole isole, composte da sabbia e sedimenti, cosiddette “barriera” per la loro funzione di protezione delle coste. Una catena lunga, bassa, intervallata dal mare, che si compone con le correnti e le tempeste di sabbia. Isole che hanno un ruolo all'interno dell'ecosistema, proteggendo le coste continentali contro l'erosione e i danni atmosferici. Queste isole costituiscono un habitat privilegiato, sono un approdo e un rifugio sicuro per la fauna selvatica. C’è poi un’altra questione: l’innalzamento dei livelli del mare potrebbe costituire una minaccia tale da distruggere questa barriera. "Abbiamo in sostanza altri 50 anni prima che il tasso di erosione diventi incontrovertibile", hanno scritto i due ricercatori.

Ora, lasciamo perdere i Fenici o i Romani e superiamo l’epoca dei grandi navigatori. Ma come è possibile che finora nessun geografo o cartografo si fosse accorto che ci sono così tante isole mai segnalate e tutte da esplorare? Orrin Pilkey e Matthew Stutz, che hanno firmato la sorprendente ricerca sul Journal of Coastal Research, affermano semplicemente che le isole non erano state notate o erano troppo lontane. Candida affermazione che conferma il detto: si vede solo quello che si vuole vedere, una vecchia questione epistemologica: l’interferenza degli osservatori sul dato scientifico. Ma al di là della teoria, una cosa è sicura: “Le isole - dice Pilkey - non si materializzano improvvisamente nel corso di appena 10 anni”. Non solo, le isole sono sempre state lì, addirittura molte risalgono a oltre 4mila anni fa. Ad esempio, lungo le coste del Brasile, oggi ci sono 54 “nuove” isole. Non le vedevano perché gli scienziati pensavano che l’esistenza delle isole barriera fosse condizionata dall’altezza delle maree stagionali. Errore di valutazione, ecco perché non le cercavano. Oggi sanno che su quelle coste si riversa una gran quantità di sabbia e limo portato dal Rio delle Amazzoni, con alte maree.

Perse nel conteggio precedente, queste isolette, svelate dai satelliti, potrebbero far gola a molti. Forse c’è già chi, lanciato su Google Earth, sta cercando un’isola privata o chi pensa a nuove forme turistiche. Tuttavia, a pensarci bene, non è detto che vengano prese di mira, in fondo ci sono tante isole disabitate (in Danimarca, Canada, nella Laguna di Venezia ecc.). L’isola, in particolare quella deserta, è per antonomasia il luogo dei desideri e di tanta meravigliosa letteratura e arte: Ulisse ha girato 10 anni tra un’isola e l’altra prima di tornare a casa, Dante pensava a un’isola per collocare il purgatorio. Qualcuno fortunato è stato anche “travolto da un insolito destino”. Per non parlare di tutti i Robinson e i film come Cast Away. Forse ci basta questo e lasciare le “nuove” isole incontaminate.