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Quando muore un supereroe

Non c’è solo il marketing dietro la scelta di 'uccidere' un’icona superman_296

Perché uccidere un supereroe? Batman non è il primo e non sarà l’ultimo. Ma perché far morire un personaggio che oltretutto è anche un simbolo? Ovviamente c’è una scelta di marketing.

La morte di Superman, nel 1992, è stato un grande evento mediatico e ogni numero dei suoi fumetti vendette 3 milioni di copie. Ma non basta, sarebbe riduttivo.

C’è anche che i fumetti, soprattutto quelli supereroistici delle due maggiori case editrici statunitensi, la DC Comics e la Marvel Comics, hanno sempre incarnato bene lo spirito del loro tempo, capendo quando era necessario un cambiamento e un messaggio, quando era arrivato il momento in cui un punto di riferimento riscrivesse la storia, anche a costo della vita. E c’è che anche i simboli si stancano, e hanno bisogno di catarsi. Ripercorriamo, dunque, alcune vite e “morti” eccellenti.

Superman. Viene creato da Jerry Siegel (1914-1996) e Joe Shuster (1914-1992) nel 1938. Ma nasce molto prima, e molto diverso. Siegel e Shuster, due ragazzi americani di origine ebraica, pubblicano su una fanzine “Il Regno di Super-Man”, una creatura malvagia con poteri mentali. E’ il 1933 e in Germania va al potere Adolf Hitler. Non è proprio il momento di personaggi negativi. Viene ridisegnato, ripensato, ma il primo fra tutti i supereroi dovrà aspettare il giugno del ’38 per essere pubblicato. La sua storia è nota.

Superman è Kal-El, inviato sulla Terra a bordo di una navicella dal padre Jor-El, scienziato del pianeta Krypton, prima che il suo mondo esplodesse. Le radiazioni del Sole sono all’origine dei suoi poteri, per la verità cambiati molte volte nel corso degli anni: volo (ma all’inizio può solo compiere enormi salti), superforza, raggi x e raggi di calore dagli occhi, velocità della luce, invulnerabilità (tranne che alla kryptonite – metallo del pianeta natale - e alla magia).

La sua identità segreta è Clark Kent, timido e impacciato giornalista del Daily Planet. Nel 1992 un team di autori, guidati da Dan Jurgens, decide che è arrivato il momento di fargli incontrare un avversario impossibile da battere. Ovviamente è un alieno – nessuno sulla Terra potrebbe -, Doomsday, una feroce macchina per uccidere, un gigante grigio con escrescenze ossee indistruttibili, che marcia su Metropolis massacrando, prima dello scontro finale, molti altri eroi. Superman lo abbatte con l’ultimo respiro che gli resta. Poi si scoprirà che il mostro è sopravvissuto. Ma l’Uomo d’acciaio muore davvero. Certo, un anno dopo, per una singolare e irripetibile combinazione di eventi, risorgerà e qualche tempo dopo sposerà anche l’amata Lois Lane. Ma la sua morte è stata reale, senza trucchi, pianta da tutto il mondo, di carta e no.

Superman, al pari di Batman, è sicuramente un’icona contemporanea, al di là della passione per i fumetti. Ne ha scritto anche Umberto Eco nel saggio “Apocalittici e integrati”. Rappresenta, tra le altre cose, il nostro sogno, le nostre potenzialità non espresse.

Per dire della modernità, Quentin Tarantino nel secondo capitolo del suo capolavoro “Kill Bill” fa dire al personaggio principale: "Come sai, io sono un grande appassionato di fumetti. Soprattutto di quelli sui supereroi. Trovo che tutta la filosofia che circonda i supereroi sia affascinante. Prendi il mio supereroe preferito, Superman. Non un grandissimo fumetto...la sua grafica è mediocre. Ma la filosofia...la filosofia non è soltanto eccelsa: è unica. L'elemento fondamentale della filosofia dei supereroi è che abbiamo un supereroe e il suo alter ego. Batman è, di fatto, Bruce Wayne. L'Uomo Ragno è, di fatto, Peter Parker. Quando quel personaggio si sveglia al mattino è Peter Parker. Deve mettersi un costume per diventare l'Uomo Ragno. Ed è questa caratteristica che fa di Superman l'unico nel suo genere. Superman non diventa Superman. Superman è nato Superman. Quando Superman si sveglia al mattino è Superman. Il suo alter ego è Clark Kent. Quella tuta con la grande S rossa è la coperta che lo avvolgeva da bambino quando i Kent lo trovarono, sono quelli i suoi vestiti. Quello che indossa come Kent, gli occhiali, l'abito da lavoro...quello è il suo costume. E' il costume che Superman indossa per mimetizzarsi tra noi. Clark Kent è il modo in cui Superman ci vede. E quali sono le caratteristiche di Clark Kent? E' debole, non crede in se' stesso ed è un vigliacco. Clark Kent rappresenta la critica di Superman alla razza umana".

Singolare il fatto che negli anni Quaranta, quando gli editori si trovarono di fronte a un calo delle vendite, notarono che dipendeva dallo scarso peso che l’alter ego Clark Kent aveva nelle storie. Mancava l’identificazione da parte del lettore, era chiusa la porta verosimile per accedere alla fantasia.

Capitan America. E’ il personaggio creato da Joe Simon (1913) e Jack Kirby (1917-1994) nel 1941, pubblicato dalla Timely Comics (oggi Marvel Comics). Nato come elemento di propaganda durante la Seconda Guerra Mondiale, fu Stan Lee dal 1964 a renderlo il mito che è oggi, con oltre 200 milioni di copie diffuse in 75 Paesi. Steve Rogers, scartato alla leva per il suo fisico gracile, accetta di sottoporsi a un esperimento militare e beve un siero destinato a creare un esercito di supersoldati.

Diventa Capitan America, ma sarà l’unico, perché l’inventore del siero viene ucciso da una spia nazista. Come Batman, ha un partner adolescente, Bucky, e i nazisti saranno i nemici della sua vita. Durante una missione sull’Artico, viene dato per morto. Anni dopo un gruppo di eroi, i Vendicatori, dove militano anche Hulk e Iron Man, troverà il suo corpo congelato e lo riporterà a nuova vita.

Capitan America, Cap per gli affezionati, diventa la “coscienza” del fumetto supereroistico americano, colui che incarna gli ideali di libertà e giustizia. Per questo quando nel 2007 il governo vara l’Atto di registrazione dei supereroi, lui si schiera contro, ritenendolo una violazione dei diritti civili. E’ l’inizio di una Guerra Civile in cui i supereroi si divideranno in due fazioni. Capitan America, però, capisce presto che solo arrendendosi potrà evitare che si uccidano a vicenda. Sui gradini del tribunale dove si sta recando per essere processato, prima un cecchino, poi la sua ex fidanzata ipnotizzata da uno dei suoi nemici, il Dottor Faustus, mettono fine alla sua vita. Se tornerà, e quando, non è dato saperlo. Joe Simon, che ricorda gli anni ’40, quando anche gi artisti si schieravano contro la guerra, come quelle in cui sono impegnati gli Usa oggi, e cercavano icone da contrapporre a Hitler, dichiarò: ”E' un pessimo momento per farlo morire. Proprio ora che ne abbiamo più bisogno".

Molte altre morti si potrebbero raccontare. Le più “credibili” sicuramente nell’universo Marvel (anche l’Uomo Ragno è morto e risorto, ma l’omonima canzonetta non c’entra nulla), dove il creatore Stan Lee (1923) ha letteralmente rivoluzionato archetipi, storia e significato del fumetto di supereroi. E dove gli X-men rappresentano probabilmente il miglior prodotto di genere di questa meravigliosa avventura. Ma questa è un’altra, lunga, storia.

S. C.