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30 novembre

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“Dunque, dove eravamo rimasti?”. Enzo Tortora inizia così la prima puntata del nuovo ciclo di “Portobello”. E’ il 20 febbraio 1987, quattro anni prima – nel giugno del 1983 – il presentatore era stato arrestato come camorrista e spacciatore.

L'uomo che tantissimi italiani ospitavano ogni venerdì a casa propria, secondo i magistrati è un criminale. Come si vedrà negli anni seguenti - dopo un calvario giudiziario, umano ed emotivo sconvolgente - non è per niente così.

Due ''pentiti'' indicarono Tortora, ''quello di Portobello'', quale appartenente alla ''Nuova camorra organizzata" con l'incarico di corriere di stupefacenti, per cui il presentatore televisivo fu arrestato a Roma il 17 giugno di quell'anno, nel corso di un'operazione diretta dalla Procura di Napoli per l'esecuzione di 856 ordini di cattura.

Tortora fu bloccato all'alba in un albergo di Roma, ma fu portato in carcere in tarda mattinata, solo quando - secondo i difensori - fotografi e cineoperatori furono pronti a ritrarre l'imputato in manette.

Fin dal primo momento Tortora si disse innocente, nonostante crescesse continuamente il numero dei ''pentiti'' che lo accusavano. E fu solo grazie alla sua elezione al Parlamento europeo nelle file dei Radicali (con 500mila preferenze) che Tortora poté tornare in libertà.

Annunciò subito che avrebbe chiesto al Parlamento europeo di concedere l'autorizzazione a procedere nei suoi riguardi; autorizzazione che fu data il 10 dicembre. Rinviato a giudizio, il 4 febbraio 1985  comparve davanti al Tribunale di Napoli, ribadendo ai giudici la sua innocenza, in contrasto con le accuse dei ''pentiti''.

Il 17 settembre arrivò la sentenza di primo grado: condanna a dieci anni di reclusione per associazione per delinquere di tipo mafioso e traffico di stupefacenti. Un anno dopo, il 15 settembre 1986, la Corte di Appello di Napoli rovesciò il verdetto: Tortora fu assolto con formula piena, e i pentiti furono giudicati non credibili.

''E' la fine di un incubo'', disse il presentatore. L' innocenza dell' imputato fu definitivamente confermata il 13 giugno 1987 dalla prima sezione penale della Corte di Cassazione.

Tortora è stato uno dei padri della tv, un giornalista, un autore televisivo e radiofonico.

Entra in Rai a ventitré anni con il programma radiofonico “Campanile d'oro”.  La prima apparizione in video è del 1956, quando presenta, in coppia con Silvana Pampanini, “Primo applauso”. Le sue prime trasmissioni di grande successo sono “Telematch” e soprattutto “Campanile sera”, in cui è spesso inviato esterno.

Dal febbraio 1965 conduce "La Domenica Sportiva", trasformandola radicalmente, anche attraverso gli ospiti per la prima volta presenti in studio. Nel maggio dello stesso anno tiene anche a battesimo la prima edizione di "Giochi senza frontiere", di cui è il primo presentatore italiano.

Nel 1977 nasce “Portobello”: la trasmissione, inizialmente prevista in seconda serata e successivamente spostata in prima dato il gradimento del pubblico, raggiungerà share mai realizzati fino a quel momento.

Enzo Tortora muore la mattina del 18 maggio 1988 nella sua casa di Milano, stroncato da un tumore che molti hanno ritenuto di origine psicologica, cioè scatenato dall'enorme stress sofferto per le vicende giudiziarie.


>>Guarda il video (da Rai Teche)



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Pagina realizzata in collaborazione con Rai Teche.