Ma pagano le assicurazioni?

In genere pagano, e anche velocemente, quando si tratta di piccoli danni. Ma, poi, quando si tratta di affrontare i costi di incidenti più seri, o quanto meno più costosi, tutto cambia v

di Luigi del Giudice

Le società di assicurazioni, è luogo comune sentirlo dire, non pagano. Forse, non è proprio così. Ma neanche siamo tanto lontani dal noto luogo comune. Le assicurazioni, in genere pagano sì, e anche velocemente, quando si tratta di piccoli danni. Ma, poi, quando si tratta di affrontare i costi di incidenti più seri, o quanto meno più costosi, tutto cambia. Una miriade di scuse e di appigli, che, spesso, fanno perdere la pazienza al danneggiato, che, tra l’altro, a volte, capita anche con un avvocato benpensante che non cura bene i suoi interessi. Magari, perché non conosce bene la materia. Mentre le società di assicurazione godono di esperti in questo settore professionale, che, specie quando trattano con i danneggiati, normalmente inesperti sulle normative del risarcimento, fanno il bello e il cattivo tempo, come si suol dire.

Il potere “limitato” dell’Isvap
Comunque, quando l’assicurazione non paga. O meglio, quando non rispetta il termine per fare la cosiddetta offerta al danneggiato, come previsto dalla legge, si può adire l’Isvap, l’istituto che vigila sulle assicurazioni. A parte il risultato negativo per il danneggiato che si rivolge all’Isvap, perché la compagnia non gradisce quando viene a conoscenza di un simile reclamo, l’istituto di vigilanza fa ben poco. Almeno a vantaggio del danneggiato. Si limita a controllare se i termini dell’offerta sono stati rispettati e, eventualmente, sanziona la compagnia per inosservanza dei termini. Ma il danneggiato non riesce neanche a sapere se questa sanzione è stata data, e in che misura; quindi, non può neanche utilizzare una simile decisione in un possibile futuro giudizio. Sì, perché all’Isvap, e la maggior parte delle persone non lo sa, si può ricorrere, ma se non c’è una causa in corso.
Perché l’Isvap non mette a conoscenza di eventuali provvedimenti il ricorrente? Perché l’istituto di vigilanza si trincera dietro il segreto d’ufficio, su cui non discutiamo, considerato che c’è per legge, ma riteniamo che sia un potere limitato per l’Isvap stesso e che quest’ultimo potrebbe attivarsi affinchè questo potere le venga concesso. Potrebbe attivarsi per avere un potere reale di controllo sul comportamento delle compagnie di assicurazione. Crediamo, infatti, che la funzione di controllo dell’Isvap debba essere strettamente legata alla salvaguardia degli interessi dei danneggiati.
Ma l’istituto di vigilanza nulla può e, quindi, nulla fa, sul discutibile comportamento delle assicurazioni. Ci riferiamo, naturalmente, al comportamento delle persone preposte a discutere con i danneggiati. Sono tante, forse troppe, le segnalazioni che abbiamo avute per questi motivi. I dirigenti delle assicurazioni, infatti, non si preoccupano minimamente di avere comportamenti poco corretti, o addirittura sanzionabili, che esasperano letteralmente il danneggiato, e, poi, lo costringono a un giudizio, che si rivela costoso non solo per il danneggiato stesso, ma anche per l’assicurazione. Infatti, la normativa prevede che il danneggiato, aggiunta alle richieste di danno, possa chiedere al giudice un “diritto punitivo” quando dimostra che l’assicurazione lo abbia costretto al giudizio.

La relazione annuale dell’Isvap
Tra pochi giorni, è in programma la relazione annuale sull’attività svolta dall’Isvap nell’anno precedente. Tra poco più di un mese, quella dell’Ania, l’associazione che raggruppa le imprese di assicurazione. Auguriamoci di non dover sentire le solite note: troppa sinistrosità, per giustificare eventuali aumenti dei premi delle polizze auto, che, dopo quelli esosi dello scorso anno, sarebbero veramente troppo per le tasche dei contribuenti. Auguriamoci anche di non dover sentire che i bilanci delle compagnie sono fallimentari o quasi, sempre a causa della sinistrosità.

Nessuno pensa, al contrario, che questi bilanci possano derivare da gestioni non appropriate? E di scarsi controlli sugli stessi funzionari e dirigenti delle assicurazioni, che, incuranti dei problemi altrui, si preoccupano soltanto di costringere la gente a far causa. Cosa, questa, che fa aumentare, e non di poco, il lato negativo dei bilanci. Del resto, molte compagnie straniere, in Europa, hanno bilanci positivi e che godono di ottima salute. E fanno pagare premi ridotti tra la metà e un terzo ai propri assicurati.