Voleva sollevare un dibattito sulla condizione delle donne nella cultura islamica e ''fornire un punto di vista nuovo per il Medio Oriente'' Tom MacMaster, il blogger americano che si è finto Amina e che, in un'intervista oggi al New York Times, ammette di aver creato ''qualcosa che è poi sfuggita di mano''.
''Mi dispiace molto, non volevo creare tutta questa attenzione su di me, ma sui temi di cui parlavo'', ha detto MacMaster - americano di 40 anni che vive in Turchia - che ieri, sullo stesso blog 'A Gay Girl in Damascus' in cui si era finto Amina Abdallah Araf, di 35 anni, lesbica cresciuta negli Usa e residente a Damasco, si era scusato per la 'trovata' che ha mandato in tilt i media di tutto il mondo.
''Col senno di poi devo ammettere che sarebbe stato meglio non fare niente. Ho creato una cosa che, quando ho cercato di fermarla, mi e' sfuggita di mano ed e' diventata più grande di me''. Ma nel fingersi una donna lesbica che vive a Damasco MacMaster voleva ''fornire un punto di vista nuovo per il Medio Oriente''. ''Nello stesso tempo - ha aggiunto - il personaggio che ho creato rappresentava una sfida anche per me come autore, perche' dovevo dare vita per iscritto ad una persona che non sono assolutamente io'' ha ammesso.
A conti fatti - ha detto - ''non avrei mai dovuto fare niente di tutto ciò. La cosa che mi spiace di più è che i media hanno avuto e continuano ad avere molta attenzione sulla mia persona, mentre proprio ora, mentre stiamo parlando, in Siria stanno succedendo cose che ne richiederebbero molta di più. Mi spiace. Mi spiace di distogliere l'attenzione dal vero problema, dai veri eroi. Io non sono importante''.