Tecnica messa a punto in Italia


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Batteri 'ammaestrati' per ripulire gli affreschi

Utilizzati per la prima volta nel restauro di una chiesa a Valencia r

I batteri sono tristemente famosi per la loro capacità di provocare malattie, ma se 'ammaestrati' opportunamente è possibile usarli per riportare gli affreschi allo splendore originale. La tecnica, tutta italiana, è stata usata in una chiesa di Valencia, e ora è stata adottata anche per il Campo Santo di Pisa.

Il microrganismo scelto per il 'lavoro' fa parte della famiglia degli Pseudomonas, e nella chiesa spagnola, il cui restauro è stato appena presentato dall'università Politecnica di Valencia, è stato usato per la prima volta in un gel: "gli affreschi sui quali lo stiamo usando sono stati 'strappati' dopo la seconda guerra mondiale", spiega Carlo Giantomassi, il cui studio ha seguito sia il lavoro spagnolo che quello italiano. "Per rimuoverli dai muri - ha aggiunto - si usavano delle colle animali che nel corso del tempo sono diventate insolubili e impossibili da togliere con i metodi tradizionali. I batteri sono in grado di mangiare queste colle, lasciando intatta la parte dipinta". I microrganismi sono stati messi a punto dal microbiologo Giancarlo Ranalli, dell'università del Molise, e hanno il vantaggio di non essere pericolosi per l'uomo e di essere altamente selettivi: "a seconda del tipo di batterio scelto - spiega ancora l'esperto - si possono eliminare sostanze diverse. Questi microrganismi hanno un tempo di vita molto breve e sono facilissimi da rimuovere dopo che hanno terminato il 'lavoro'. Il restauro a Pisa è appena cominciato, e andrà avanti per almeno altri due o tre anni, data la grande area da pulire".