Da un orto di Bra', in provincia di Cuneo, a oltre 130 paesi in tutto il mondo, e' questa la strada percorsa da Slow Food, che compie 25 anni, festeggiando in oltre 300 piazze d'Italia. L'associazione, che nell'era della globalizzazione si e' fatta baluardo e promotrice della cultura enogastronomica alla ricerca della qualita', celebra la giornata con tante iniziative, dalle degustazioni alla creazione di gruppi d'acquisto per la spesa settimanale, cercando il contatto con la popolazione locale per raccontarsi. Uno Slow Food day che è anche l'occasione per lanciare lo slogan "La rivoluzione del cibo passa anche dalla banda larga per tutti", visto che, sottolinea il fondatore dell'organizzazione Carlo Petrini, oggi la combinazione vincente è giovani-internet, in grado di coniugare tradizione e cambiamento.
Centinaia, quindi, sono gli eventi in programma, si va dal Nord al Sud, toccando sia le grandi citta', come Milano e Roma, sia i piccoli comuni, come Calamandrana (Asti). Sono, infatti, circa 300-400 le condotte, ovvero le delegazioni territoriali di Slow Food che si sono attivate per festeggiare. L'organizzazione, inoltre, puo' contare su una rete di circa 40 mila associati (100 mila in tutto il mondo), 400 orti realizzati all'interno delle scuole, 200 presidi, ovvero recuperi di produzioni che stavano perdendosi, e diversi volontari.
Quindi "la piccola agricoltura di qualita' e la collaborazione tra Slow Food e produttori locali" sara' il filo conduttore della giornata. "Vogliamo rendere concreto e tangibile il significato di essere co-produttori, per esprimere il solido legame che c'e' tra chi produce il cibo e chi lo consuma", spiega il presidente di Slow Food Italia, Roberto Burdese. E aggiunge: "Sanciremo un patto con i produttori da Nord a Sud per rafforzare il rapporto tra la nostra associazione e chi ne incarna i principi sul territorio".
Petrini, inoltre, sottolinea: "Festeggiamo anche quella che a Slow Food chiamiamo la generazione T. Ci piace chiamare cosi' - spiega - quei giovani che in tutto il mondo stanno preservando tradizioni e biodiversita"'. Il fondatore di Slow Food rileva come siano tante "le storie di ragazzi che hanno saputo reinventare con successo il mestiere del contadino", molti "hanno abbandonato la poco redditizia produzione intensiva dei padri per fare qualita' ecocompatibile", altri hanno inventato "nuove forme di distribuzione diretta con internet".