Woody Allen fa lezione ai giovani


Stampa

'Ragazzi, seguite l'istinto'

Il regista Usa al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma a

"Seguite sempre il vostro istinto. E scommettete su voi stessi rischiando. Se una scelta vi sembra utile per la vostra idea iniziale, utilizzatela. Impiegate tutti gli strumenti che credete funzionali al vostro progetto". Woody Allen da' lezione ai giovani allievi del Laboratorio 'L'Atto Creativo' di Daniele Lucchetti del Centro Sperimentale di Cinematografia della Capitale. Il regista, a Roma fino ad agosto per preparare il film 'The Bop Decameron', prodotto da Medusa, le cui riprese inizieranno l'11 luglio, e' stato invitato infatti dal preside Andrea Crisanti a parlare agli studenti.

Ma proprio sul prossimo film in salsa romana, che segue 'Midnight in Paris', Allen non ha voluto dire nulla lasciandolo cosi' sullo sfondo. Anche perche' molto si e' gia' scritto: a partire dal cast, di cui faranno parte Jesse Eisenberg, Ellen Page, Penelope Cruz, Alec Baldwin e Judy Davison per l'episodio 'americano', ed Antonio Albanese, Roberto Benigni, Alessandra Mastronardi e Ornella Muti per quello italiano.

Cosi' ai giovani aspiranti cineasti Allen ha dedicato un botta e risposta sincero sui propri 'segreti'. Un confronto a tutto tondo di poco piu' di mezz'ora durante il quale Allen, circondato da un centinaio di allievi di tutti i corsi, ha cercato di spiegare la sua 'poetica'. E ha 'svelato' le tecniche sulle quali fa leva quando si mette dietro la macchina da presa. A cominciare, naturalmente, dalla sua inesauribile vena creativa. "Ho sempre inventato storie, alcune buone e altre cattive. La mia sensazione ora -ha detto Allen- e' quella di morire prima di aver finito di raccontare tutte le storie che mi vengono in testa".

Quanto alla gestione degli attori sul set, per Allen, "devono essere lasciati liberi". A chi va davanti alla macchina da presa bisogna dare "meno indicazioni registiche possibili. E' necessario correggere gli errori, certamente. Ma occorre lasciare liberi gli attori di fare quello che vogliono. Anche di cambiare il dialogo se lo ritengono opportuno. Se gli attori sono bravi -ha commentato Allen- bisogna farli recitare come vogliono".

La conversazione ha toccato molti punti dell'arte cinematografica. Il regista si e' soffermato su tutti gli aspetti della lavorazione di un film. E non ha esitato a spiegare cosa significhi per lui il successo. "Il successo di una pellicola - ha spiegato- per me dipende da quanto mi sono avvicinato all'idea iniziale che volevo realizzare. A casa mi viene un'idea - ha raccontato - La scrivo, la trovo giusta e la realizzo. A questo punto vedo se il film corrisponde a quell'idea iniziale oppure no".

Ma il lavoro principale, secondo Allen, e' quello che viene prima della realizzazione del film. "La cosa piu' importante e difficile e' trovare un'idea. Si comincia poi a scrivere e si vede se la storia funziona. Ci sono storie che dopo 50 pagine sono gia' finite. Cio' che importa di piu' e' il lavoro iniziale. Il resto e' piu' semplice e viene dopo". E i personaggi ? Quando una storia prende corpo, "devono essere credibili e piu' grandi del normale: insomma, devono essere sopra le righe".

Ma come si acquisisce l'arte di fare cinema? E, in particolare, come si impara a scrivere la sceneggiatura di un film? Allen non ha avuto dubbi e secco ha subito affermato: "Certamente bisogna guardare molti film". Il vero segreto, pero', e' un altro per il regista di Manhattan.

"In realta' -ha scandito- si impara a scrivere una sceneggiatura quando l'atto creativo diventa intuitivo e automatico. E' come quando si guida una macchina. All'inizio si seguono certe regole. Ma poi, improvvisamente, guidare diventa un fatto normale e intuitivo. E' anche cosi' per la scrittura di una sceneggiatura".

Sicuro delle sue creazioni Allen ha confessato ai giovani che oggi lo hanno ascoltato con passione, di non "preoccuparsi di cosa pensa il pubblico. Non leggo mai le critiche per non lasciarmi influenzare dai giudizi. Ma allo stesso tempo - ha aggiunto- non non vedo mai un film finito".

Un insegnamento, questo, che ha lanciato anche agli allievi romani: "Se si e' convinti delle proprie scelte bisogna andare avanti per la propria strada. Se si crede, ad esempio, che la voce fuori campo sia utile per il film, bisogna usarla senza ascoltare chi dice che e' sbagliato impiegarla. Bisogna seguire sempre l'istinto e mettere in campo ogni strategia utile per dare vita al proprio progettoiniziale".

E' con questo insegnamento che il regista newyorkese, vestito di chiaro e con in testa un cappello da pescatore, ha lasciato il Centro Sperimentale in un'atmosfera di palpabile entusiasmo dopo aver 'incantato' i giovani registi con cui ha condiviso alcuni dei suoi 'segreti' del mestiere.

Seguito dalla produttrice, la sorella Letty Aronson e dal suo staff, Allen e' scappato via velocemente. A caccia, magari, di nuove location per l'imminente apertura del set romano.