Rifiuti in Campania


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La lunga strada dello smaltimento

Sette Stir e sei discariche, ma il sistema resta però fragile rifiuti_napoli_296

Dalla raccolta alla smaltimento finale: è lungo il percorso che ogni giorno fanno i rifiuti della Campania.

Nella regione in media si producono quotidianamente circa 7200 tonnellate di ''solidi urbani''. Una produzione che è in linea con quelle delle altre regioni. La raccolta dalle strade, la differenziata e il trasporto in discarica compete ai singoli Comuni.

La legge però assegna alle Province la gestione dell'impiantistica, ovvero degli impianti Stir (Stabilimenti di Tritovagliatura e Imballaggio dei Rifiuti) e delle discariche.

Il Comune di Napoli, che ha il maggior numero di abitanti, ha una produzione media di 1200 tonnellate al giorno, con picchi che si registrano tra la primavera e il mese di luglio e durante le festività natalizie.

I rifiuti ''tal quale'' (quelli che finiscono in maniera indifferenziata nei cassonetti) e quelli che residuano dalla raccolta differenziata (ovvero dopo che è già scartato il vetro, la plastica, la carta, l'alluminio e la sostanza umida da destinare ai compostaggi) una volta raccolta dagli autocompattatori, per la maggior parte, finiscono agli Stir che in Campania sono sette. Tre in provincia di Napoli - Giugliano e Tufino, gestiti dalla società provinciale Sap.Na e Caivano -, uno a Pianodardine in provincia di Avellino, uno a Casalduni in provincia di Benevento, uno a Santa Maria Capua Vetere nel Casertano e infine l'ultimo a Battipaglia in provincia di Salerno.

Inizia così la lavorazione dei rifiuti dalla quale si ricavano la frazione umida trattata che finisce successivamente in discarica e quella secca destinata alla combustione nell'unico impianto di termovalorizzazione di Acerra.

Delle sei discariche attive nella regione due sono in provincia di Napoli: quella di Chiaiano, ormai quasi satura e cava Sari a Terzigno che, però, dopo le proteste dello scorso autunno accoglie solo i rifiuti 'tal quale' di 18 comuni della zona vesuviana mentre prima smaltiva anche un quantitativo proveniente da Napoli.

Poi c'è la discarica di Macchia Soprana, a Serre, nel salernitano, San Tammaro, in provincia di Caserta, Sant'Arcangelo Trimonte nel beneventano, e infine Savignano Irpino, in provincia di Avellino. La legge però prevedeva la apertura di altre discariche, come quella di Cava Vitiello, sempre a Terzigno, 'cancellata' dopo le proteste dello scorso autunno.

Ma molto spesso la ricettività non è risultata adeguata alle esigenze e per questo si è fatto ricorso al trasferimento del 'materiale trattato' fuori regione.