di Maurizio Iorio
“Bisanzio è forse solo un simbolo insondabile,
segreto e ambiguo come questa vita,
Bisanzio è un mito che non mi è consueto,
Bisanzio è un sogno che si fa incompleto,
Bisanzio forse non è mai esistita”.
(Bisanzio, in Metropolis, 1981)
Costantinopoli, Bisanzio, Istanbul
Così Francesco Guccini descrive l’antica Bisanzio, oggi Istanbul, l’unica città al mondo sospesa fra due continenti, antico crocevia di genti e commerci, culla di civiltà e religioni, sede di potere politico e clericale. Oggi moderna megalopoli in attesa dell’Europa, vivace come Londra, sensuale come Parigi, maestosa come Roma, brulicante come il Cairo. E’ la porta d’Oriente, aspira a diventare anche quella dì Occidente. Sul ponte di Galata, che scavalca il Corno d’Oro e unisce le due sponde del Bosforo, transitano ogni giorno milioni di persone, e con loro mille culture, lingue, razze, religioni. Chi pensa che il rigurgito islamico abbia riportato indietro nel tempo l’antica capitale ottomana, deve solo prendere un volo e sbarcare nel modernissimo aeroporto di Ataturk per cambiare rapidamente idea.
Di corsa verso l’Europa
La Turchia ha premuto il piede sull’acceleratore dello sviluppo, e Istanbul ne rappresenta la punta di diamante. Quando (e se) entrerà nella Ue, e ci darà del filo da torcere. A parte le considerazioni socio-economiche, Istanbul va visitata per la sua straordinaria unicità. Non c’è bisogno di segnalare di nuovo le sue meraviglie architettoniche, dalla Moschea Blu a Santa Sofia, dal Topkapi alle Cisterne Basilica. La bellezza della città, la sua modernità, stanno nella capacità (ereditata da una storia secolare di incroci e missaggi culturali) di sedurre, affascinare e meravigliare senza intimidire il viandante. Poca criminalità, molto fascino
Nonostante il terrorismo abbia colpito anche qui, oggi Istanbul è una città estremamente tranquilla, con un basso indice di criminalità, popolata da persone fiere e gentili, dove le ragazze mescolano i dettami dell’abbigliamento coranico con la moda occidentale, il fazzoletto sui capelli e la minigonna, tanto per capirci. Istanbul va girata a piedi, muovendosi senza fretta fra mercati e moschee, tuffandosi nella movida serale che non ha nulla da invidiare a quella madrilena, provando ad entrare in uno dei tanti locali trendy che affacciano sul Bosforo, immergendosi nelle acque calde degli hammam più belli del mondo (come quello di Roxelana, appena restaurato, o il Cemberlitas hamami, il più antico). Per lo shopping evitare il Gran Bazar, ormai specializzato nello spennare i turisti, e optare per quello delle Erbe, al porto, oppure per Develì Barat (profumi). I più modaioli troveranno pane per i loro denti nella zona di Nisantasi. Immancabile una gita in battello sul Bosforo, possibilmente al tramonto.
Specchiarsi nel Bosforo
Oltre alla bellezza mozzafiato dei luoghi, le eleganti ville ottocentesche affacciate sulla sponda asiatica della città costituiscono uno spettacolo a se stante. Quattro giorni sono sufficienti per una prima infarinatura. Ma appena l’aereo stacca la sua ombra da terra, si è avvolti da una malinconica “saudade”.
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