Istanbul sotterranea


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Per le antiche cisterne

Meraviglie architettoniche per immagazzinare l’acqua istanbul_sotterranea_296

di Maurizio Iorio

I turchi le chiamano “il palazzo sommerso”. Sono le Cisterne Yerebatan Sarnici, ribattezzate “Cisterne basilica”, dette così perché si trovano nel cortile di una basilica, a poca distanza dalla moschea di Santa Sofia. Sono uno dei monumenti più suggestivi di Istanbul, spesso sottovalutato dai turisti dal passo veloce, fino a qualche anno fa snobbate anche dalle guide meno attente. Furono fatte costruire dall’imperatore Costantino nel IV secolo e successivamente restaurate e ingrandite da Giustiniano, che le portò alle dimensioni attuali: 140 metri di lunghezza, 70 di larghezza, 336 colonne di 8 metri, per la maggior parte sovrastate da capitelli corinzi.

Un’opera monumentale, che i curiosi potranno ammirare andandosi a rivedere uno dei primi film di 007, “Dalla Russia con amore”, alcune scene del quale sono state girate proprio all’interno dell’enorme serbatoio, ben 80.000 metri cubi d’acqua, proveniente dall’acquedotto fatto costruire nel 368 da Augusto Valente, che riforniva Costantinopoli direttamente dalla Tracia. La cisterna garantiva il rifornimento al Gran palazzo, residenza degli imperatori bizantini.

Abbandonate dopo la conquista ottomana, (1453), furono riscoperte nel 1545, quando gli invasori si accorsero che la popolazione locale riusciva in qualche modo a procurarsi l’acqua, e furono utilizzate per approvvigionare il Palazzo Topkapi, residenza dei sultani. L’impatto visivo è di assoluta suggestione. La rampa di scale che scende nel sottosuolo immette il visitatore in una dimensione onirica, complice la sapiente illuminazione, che vira dall’arancione al rosso, la musica orientale in sottofondo e le gocce d’acqua che trasudano dal soffitto.

La prima impressione è una considerazione tanto banale quanto evidente: anche una semplice cisterna, per gli antichi, era l’occasione per costruire un’opera d’arte. Perché tale è, la Cisterna Basilica. Rigore architettonico, divisione perfetta dello spazio, colonne ornate con capitelli corinzi (a che servono, sottacqua?), ed anche due teste di medusa rovesciate, provenienti dal santuario oracolare di Apollo di Didime, a far da zoccolo a due colonne poste ad una delle estremità della costruzione. Non foss’altro per l’umidità, sarebbe il posto ideale per una seduta yoga. O per un centro benessere a cinque stelle.

La cisterna delle 1001 colonne
Un’altra famosa cisterna, detta delle 1001 colonne (in realtà 224), si trova a poche centinaia di metri dalla prima. Fu fatta costruire dal senatore Filosseno, che accompagnò Costantino a prendere possesso della sua nuova capitale, ed è quindi la più antica della città. Ha un minor numero di colonne della prima, ma ha un volume interno maggiore. Dopo averla recuperata da condizioni di assoluto degrado, con un restauro non propriamente felice, è stata destinata a contenere esercizi commerciali. Ma è lo stesso un gran bel vedere.

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