Film, personaggi e giudici bacchettoni


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Quando la censura fa la storia di un Paese

Difese e sentenze che hanno accompagnato il cambiamento del costume italiano

di Maurizio Righetti

“Il cinema è arte che pesca copiosamente dentro ogni cultura. E che ne sviluppa una propria addentrandosi in tutti i campi della vita e dello scibile umano. Spiegandoli, interpretandoli, analizzandoli, Una summa ed, insieme, un unicum di inesauribile ricchezza”. Così scrive il critico Daniele Di Lodovico. E ancora: “Il sapere cinematografico è diventato, col diffondersi della produzione e del conseguente ‘consumo’ di film, uno dei più grandi elementi di conoscenza. In assoluto. Non è esagerato dire che chi ‘sa’ di cinema, semplicemente ‘sa’”. Poco da aggiungere. Se non, forse, che ancora un elemento, che si intreccia col prodotto, ha valenza primaria per la ricostruzione della Storia, con la “S” maiuscola: quanto avviene intorno e a causa del cinema. La censura ne è forse l’esempio migliore. Il cinema la precede e l’evolversi di entrambi connota il progresso di un paese. Nel bene, generalmente. Ma questo dipende, come sempre, dalle convinzioni personali.

Nel testo di Francesca Romana Massaro storie di film, personaggi e giudici bacchettoni
Di certo la censura nel cinema racconta la storia dell'Italia forse ancor più di tante trame di film. E illustra il cammino della società negli ultimi decenni al pari, se non meglio, di quanto facciano il progresso tecnologico e scientifico. E’ il canovaccio scelto da Francesca Romana Massaro nel libro “Il cinema come nessuno ve l’ha mai raccontato. Storie di grandi film. Di grandi personaggi. Di grandi censure”; prefazione di Luciano Sovena, Amministratore Delegato di Cinecittà Luce (ed. Emmebi).

E’ una lettura insolita della settima arte che pone in luce il lavoro di Gianni Massaro (padre della scrittrice) "l'avvocato del cinema” che trattò per anni i processi legati alla censura dei film e ai diritti d’autore. Anni di ricerche e lettura approfondita delle carte processuali per ricostruire la storia di ogni singola pellicola: dal 'concepimento' alla proiezione in sala. Senza trascurare “manie” e aneddoti curiosi degli attori ed il loro rapporto con l’avvocato, scomparso pochi mesi fa. Il testo di Francesca Romana Massaro è di grande intensità in tutti i passaggi. E c'è di che stupirsi nel rileggere il nostro passato prossimo (a volte nemmeno più tanto) da questa angolazione. “Ne parlavamo da tempo, con mio padre”, spiega Francesca Romana. “Lui aveva scritto un libro sulla censura cinematografica già negli anni '70. Poi, però, seguì molti altri processi. Ecco la ragione di questo volume”, specifica l'autrice, nel quale “ho cercato di mettere quasi tutti i ricordi delle sue battaglie legali: dalle storie più complesse svoltesi nelle aule giudiziarie, a quelle più assurde, risolte con fantasia estrema… come il processo che fece discutere in un ristorante!”.

Quella volta che s’arrabbiò il ministro Nicolazzi…
Tra i tanti personaggi intervenuti a Roma alla presentazione del libro, al Complesso del Vittoriano, alla quale ha partecipato anche l’editore, Marco Moschitta, divertente e significativo un ricordo espresso pubblicamente da Lando Buzzanca. “Eravamo nella seconda metà degli anni ’80. Andai a trovare Tognazzi a teatro, dopo una rappresentazione dell’’Avaro’ di Molière – racconta Buzzanca – e lo trovai depresso nonostante il grande successo della sua performance. Mi disse di essere preoccupato per le richiesta esosissima fattagli dall’allora ministro dei Lavori Pubblici, Franco Nicolazzi, implicato nello scandalo delle ‘carceri d’oro’ e citato, scherzosamente, in una precedente serata da Ugo, che era solito aggiungere, prima o dopo la rappresentazione - mai durante, evidentemente – dei commenti salaci sull’attualità”. Ugo Tognazzi rivendicava, lo disse una volta egli stesso dopo avere ‘interpretato’, per la rivista di satira politica “Il Male”, la parte del capo delle Brigate Rosse, il “diritto alla cazzata”. Ebbene, prosegue Buzzanca, “dissi a Tognazzi che avremmo potuto far risolvere la questione all’avvocato Massaro”. E così avvenne. Il bello fu il come. L’”avvocato del cinema” chiese a Tognazzi di riservargli le prime quattro file centrali per la successiva pièce. Come fare? C’era già il tutto esaurito! Massaro non sentì ragioni: volle quelle quattro file. E lì fece accomodare tutti i componenti del Tribunale, dal presidente in giù. Quelli ascoltarono, si divertirono, capirono la differenza fra la requisitoria di un Pubblico Ministero e le battute di un (per quanto grande e quindi credibile) comico. Tognazzi non dovette sborsare una lira.

Presenti nel libro tanti personaggi e film celebri che si imbatterono nella censura
Oltre a Lando Buzzanca, gli aneddoti e i ricordi dietro le quinte riguardano, fra gli altri, Barbara Bouchet, , Enrico Vanzina, Yvon Thiec, Luciana Della Fornace, Peter Berling, Franca Bettoja Tognazzi, Ferruccio Castronuovo, Ricky Tognazzi, Daniele Costantini, Ina Massaro, Antonio Marini, Luciano Martino. Ma ci sono anche le vicende di pellicole e attori di secondo livello, lo stesso importanti – e concomitanti verso le stesse finalità - nel quadro complessivo. Così come lo sono la serie B nel calcio o i piccoli comuni nella vita amministrativa dello Stato.

Tra i film, Il Decameron, Arancia Meccanica, Ultimo tango a Parigi, I racconti di Canterbury, La proprietà non è più un furto, La grande abbuffata, Life size – Grandeur nature, Il portiere di notte, Emmanuelle, Permette signora che ami vostra figlia?, Il Giustiziere della notte, Lenny, L’anatra all’arancia, Un genio, due compari e un pollo, Il Male di Andy Warhol, Il Pap’occhio, Amici miei atto II, E la nave va..., C’era una volta in America, Malizia 2000.