di Luigi del Giudice
L’Ania, l’associazione delle imprese di assicurazione, e i consumatori, di comune accordo, presentano una serie di proposte allo scopo di far diminuire i prezzi dell’assicurazione rc auto e chiedono un intervento immediato del legislatore. Si tratta di sette proposte, interessanti, e in parte condivisibili, ma, che, comunque, non sono sufficienti a risolvere questa annosa questione, come precisato da Fabio Cerchiai, presidente dell’Ania e del Forum Ania-consumatori. Secondo l’Ania e il rappresentante dei consumatori (Avallone di Federcosnumatori), si tratta di “proposte concrete, realizzabili in breve tempo e a costo zero per lo Stato. Se attuate potrebbero determinare un abbattimento dei costi impropri che gravano sull’assicurazione rc auto e, di conseguenza, dei prezzi elevati che gli assicurati italiani sono costretti a pagare”.
Le richieste del Forum
Le richieste riguardano in primo luogo nuovi interventi legislativi per migliorare il sistema antifrode, e, di conseguenza una più efficace battaglia contro le truffe assicurative, modificando le procedure di offerta, previste dalla legge per la liquidazione dei sinistri rc auto. Un’altra richiesta è ottenere interventi legislativi che vietino la cessione del credito al risarcimento del danno; cioè il cosiddetto “mercato dei sinistri”. Chiedono, inoltre, il completamento della disciplina sul risarcimento dei danni alla persona e un intervento sulle tabelle delle lesioni micro permanenti. Qui, c’è sempre questa richiesta vecchia dell’Ania che fa il paragone con paesi come la Francia o la Germania, dove un punto percentuale non viene pagato. Ma il confronto non può sussistere solo sulle convenienze delle assicurazioni. Non viene fatto, a esempio, sui prezzi, sui costi dei sinistri e sulle procedure delle compagnie straniere, che, con comportamenti migliori, riescono a avere bilanci positivi e gestioni più idonee. Rilanciare la conciliazione Il Forum chiede, poi, di rilanciare la procedura di conciliazione paritetica per le controversie derivanti da sinistri rc auto con accordi tra assicurazioni e associazioni di consumatori. Ma il discorso si fa ancora più difficile se si pensa che il modo di fare delle compagnie di assicurazione è spesso imperativo. La conciliazione secondo una diffusa mentalità assicurativa è la loro offerta. O la si prende o non c’è nulla da trattare. In pratica, o siaccetta l’offerta dell’assicurazione o non resta che la causa. Infine, si chiede di utilizzare le “scatole nere” sui veicoli.
Tutte le proposte saranno vagliate con l’Isvap (istituto che vigila sulle imprese di assicurazioni), il ministero dello Sviluppo economico e con le commissioni parlamentari competenti.
Cosa manca nelle proposte
Tutto questo per far diminuire i costi delle polizze. Va bene. E siamo d’accordo. Ma lo siamo meno, anzi molto meno sulle risposte anche imbarazzanti che ci vengono date quando facciamo notare che non è stato elaborato nulla che riguardi modifiche al comportamento delle imprese di assicurazione. Esempio, perché non far qualcosa per costringere le assicurazioni a comportamenti migliori nella liquidazione dei sinistri? Si risparmierebbero tanti soldi per le sanzioni che pagano all’Isvap, i cui reclami anche se pochi, sono in costante aumento perché di giorno in giorno gli utenti vengono a sapere che si può ricorrere all’Isvap. Con scarsi risultati perché non si sa neanche se l’Isvap gli dà ragione. E oltre ai costi con l’Isvap, ci sono quelli di non buona gestione dei bilanci delle assicurazioni, come quando “costringono”, e non è raro il caso, l’utente danneggiato a fare causa. Non sono costi solo per i danneggiati, ma anche per le assicurazioni. Eppure Cerchiai e Avallone quando parlano delle imprese di assicurazioni danno l’impressione di dipingere una gran signora, elegante e raffinata, che si muove sempre nel modo giusto, mentre, parlando solo e soltanto di frodi, lasciano immaginare che gli utenti e i danneggiati sembrino soltanto imbroglioni.
Nulla per i piloti diligenti
Infine, non dicono nulla sul 65% degli utenti che si trova in classe uno. Molti di questi lo sono da anni e anni, eppure rischiano, anche dopo dieci anni e oltre senza incidenti, di avanzare di due classi insieme, e conseguenti aumenti di costo, magari per un piccolo urto. I dieci anni senza incidenti non sono valsi a nulla. Eppure su questi l’assicurazione non ha perso nulla.