Dodici milioni di persone hanno bisogno di aiuti urgenti in tutto il Corno d'Africa colpito dalla carestia. Nella sola Somalia sono a rischio 3,7 milioni di persone. Per questo la Fao, l'agenzia Onu per l'alimentazione e l'agricoltura, chiede 120 milioni di dollari per fornire un'assistenza umanitaria rapida in tutta la regione (di cui 70 milioni per la Somalia).
Per far fronte all'emergenza, si terrà oggi, nella sede della Fao a Roma, una riunione straordinaria voluta dalla Francia, presidente di turno del G20. Parigi ha gia' stanziato 10 milioni di euro per il Corno d'Africa. Il meeting sara' co-presieduto dal direttore generale dell'agenzia Onu, Jacques Diouf, e dal ministro dell'Agricoltura francese, Bruno Le Maire, che alla vigilia dell'incontro si sono entrambi recati a Nairobi, insieme al direttore esecutivo del Programma alimentare mondiale (Pam), Josette Sheeran, per fare il punto sulle necessita' della regione. Alla riunione, cui sono stati invitati tutti i 121 paesi membri, parteciperanno anche istituti di credito e ong.
L'attuale crisi alimentare colpisce il nord del Kenya, il sud dell'Etiopia, Gibuti e la regione di Karamojia in Uganda. In Somalia, nelle regioni meridionali di Bakool e Bas Shabelle, ogni giorno muoiono sei persone su 10 mila abitanti, e la malnutrizione acuta colpisce il 50% della popolazione, gia' devastata da 20 anni di guerra civile.
L'arrivo degli aiuti viene pero' ostacolato dagli Shabaab, i miliziani fondamentalisti islamici che hanno vietato agli operatori umanitari di lavorare nelle zone sotto il loro controllo. Oggi tuttavia, per la prima volta dal 2009, il Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr) e' riuscito a distribuire 400 tonnellate di cibo nella provincia meridionale di Gedo ''senza incidenti e con la massima trasparenza con le autorita' locali (gli Shabaab, ndr) e i beneficiari''.